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al testo di Antonio Aiello
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Un signore mi invitò solennemente alla sonata grandiosa dei pianoforti.
Un treno era in aria sospeso come l’ombra d’un pericolo immane, andava dove migrano i pensieri!
Volti e valigie si ammucchiavano, i respiri si affollavano, c’erano solitudini tranquille e riservate, un giovane ronzava ambiguità.
La donna in pelliccia maculata camminava nelle strade notturne.
Guardavo dove era nata la mia infanzia che si svolse giocando trasognata, e -a volte- rotolando di felicità! Miravo il giardino in declivio mentre il mattino saliva sulle viole…
Baciavo la comare, gli zii, le nostalgie...
Ancora una volta, la stazione attendeva per portarmi via da me. |
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